Cos’è il fascismo?
“Fascismo” è un termine che è stato banalizzato dalla sinistra, così come i termini “Nazismo” e “Nazi”, che si riferiscono rispettivamente a Nazional-socialismo e Nazional-socialisti Specialmente dopo l’ascesa di gruppi di estrema sinistra, come gli Antifa, tra i giovani, le parole fascismo e fascisti sono usate di continuo per attaccare i propri nemici.
Ma dopotutto, cos’è il fascismo? Questa è una domanda alla quale la maggior parte delle persone non sa rispondere. E’ normale che la maggior parte della gente non sappia cosa sia realmente il fascismo, questo perchè la maggior parte di ciò che viene detto a riguardo è estremamente superficiale, spesso distorto dalla sinistra. Mentre i socialisti provano a differenziarsi dai fascisti e dai nazional-socialisti, appaiono invece molto simili, quando si tratta di valori da difendere e del tipo di società auspicabile.
Il termine fascismo viene dal termine “Fasci”, ossia fascio di legni. L’idea rappresentata è che mentre un legno singolo è debole e rompibile, l’insieme è molto più difficile da rompersi. Il simbolo del fascismo quindi è un fascio di bastoni legati attorno a un’ascia, che rappresenta l’idea del collettivismo.
Il fascismo è una dottrina politica, sociale ed economica. Il nucleo della dottrina fascista sono lo Stato e il collettivismo. In modo più superficiale, il fascismo potrebbe essere definito con queste parole del leader fascista italiano, Benito Mussolini:
Un’immagine del fascio littorio
Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato.
Ritorno alle fonti primarie
Uno dei migliori luoghi per iniziare a capire cosa sia effettivamente il fascismo è il saggio “La dottrina del Fascismo”, scritto dal duce italiano, Benito Mussolini, e Giovanni Gentile .
Gentile è una figura meno conosciuta. E’ stato professore di filosofia, membro del Senato italiano e ha servito come ministro dell’Educazione nel governo di Mussolini. Giovanni Gentile fu il ghost-writer del saggio “La dottrina del Fascismo”, ne scrisse la maggior parte. Il lavoro di Mussolini su tale saggio diventa visibile soprattutto nella parte finale, ma entrambe le figure furono principali dietro la filosofia fascista.
Il fascismo è una dottrina anti-individualistica. Il nome e la simbologia lo rendono ovvio, ma ecco cosa dicono Mussolini e Gentile riguardo a Fascismo e Individualismo:
Giovanni Gentile
Anti-individualistica, la concezione fascista della vita sottolinea l’importanza dello Stato e accetta l’individuo solo in quanto i suoi interessi coincidono con quelli dello Stato, che rappresenta la coscienza e la volontà universale dell’uomo come entità storica. Si oppone al liberalismo classico, sorto come reazione all’assolutismo e che ha esaurito la sua funzione storica quando lo Stato è divenuto espressione della coscienza e della volontà popolare. Il liberalismo negava lo Stato in nome dell’individuo; Il fascismo lo riafferma.
Secondo la dottrina fascista, gli individui hanno libertà, ma solo se conforme agli interessi dello Stato. Questo riassume bene anche il funzionamento l’economia fascista. La libertà economica non esiste per il fascismo. L’economia fascista è gestita attraverso un modello chiamato corporativismo.
La struttura dell’Economia sotto il Fascismo
Il corporativismo è un modello di gestione di un’economia centralmente pianificata, oltre ad essere il modello dell’organizzazione dell’economia del sistema fascista. Il termine deriva dalla parola latina corpus, che significa corpo. Nel corporativismo, il corpo sarebbe lo Stato nel suo insieme e le “corporazioni” sarebbero le suddivisioni, le parti di questo corpo funzionale.
Giusto per chiarire, spesso associamo la parola business a corporation, e può essere fuorviante in questo contesto. Nel fascismo, le corporazioni non sono esattamente le imprese, ma le parti di tutto questo corpo. Le imprese nel fascismo, devono far parte di unioni legali, sindacati autorizzati. Questi sindacati sono controllati da diverse agenzie governative: il corporativismo.
Nel fascismo sono ammesse la proprietà privata e la proprietà d’impresa, ma, come si è detto, sono ammesse purché conformi agli obiettivi dello Stato fascista. Non dimentichiamoci: nel fascismo, tutto dentro lo stato, niente fuori dallo stato e niente contro lo stato. Queste le parole dello stesso Duce italiano.
Nel corporativismo c’è un matrimonio tra lo stato e le imprese, ma lo stato è sempre la parte dominante nel rapporto. Il motivo è semplice: lo Stato ha il monopolio della forza. Questo non è esclusivo del fascismo, in qualsiasi forma di governo questo accade, ma nel fascismo si accentua il monopolio della forza.
L’Italia e la Germania, sotto i governi di Benito Mussolini e di Adolf Hitler in particolare, erano organizzate sotto il corporativismo. L’economista austriaco Ludwig von Mises espone come era organizzata l’economia tedesca nel suo libro “Economic Policy: Thoughts for Today and Tomorrow.”
In Germania esistevano imprese private, ma i proprietari non erano più da considerarsi tali. Venivano chiamati Betriebsführer, che significa, negozianti.
La Germania era organizzata in una gerarchia di führer. Hitler era il massimo führer e poi c’erano molti altri führer, con diverse gerarchie.
Ogni führer minore doveva obbedire agli ordini di un ente governativo chiamato: Reichsführerwirtschaftsministerium, che era il Ministero dell’Economia Nazionale del governo tedesco
Il Ministero dell’Economia Nazionale aveva il controllo totale dell’economia tedesca. Controllava qualsiasi manager, determinava cosa produrre, in quale quantità, quanto pagare le materie prime e dove reperirle, a chi vendere i prodotti e anche i prezzi. Anche i lavoratori erano tutti gestiti dal governo. Il governo determinava i loro salari e persino in quale fabbrica dovessero lavorare.
I negozianti, i Betriebsführer, non avevano più diritto ai profitti, come sarebbe successo in una società capitalista e di libero mercato. Ricevevano uno stipendio fisso, determinato dal governo. Se avessero avuto bisogno di più soldi, per qualsiasi motivo, avrebbero dovuto chiedere al führer distrettuale, Gauführer o Gauleiter.
In questo sistema, i prezzi e i salari non erano più prezzi e salari, non erano altro che termini quantitativi in una specie di sistema socialista, in cui l’economia è pianificata centralmente dallo stato.
Autarchia economica
In un’economia fascista c’è un piano nazionale di sviluppo, c’è un obiettivo, determinato dai capi di Stato. In una società capitalista di libero mercato, non esiste un grande piano economico di sviluppo, la struttura dell’economia è decentralizzata e le persone si servono a vicenda, cercando il profitto.
Un’altra importante caratteristica del sistema fascista è l’Autarchia Economica. Mussolini e Gentile criticarono molto il liberalismo classico Si opposero all’idea di cooperazione e commercio internazionale.
L’autarchia economica potrebbe essere riassunta con nazione autosufficiente. Anche la Germania, sotto Hitler, perseguiva l’obiettivo di autosufficienza. In tale sistema, lo Stato ha il controllo assoluto di ogni aspetto della produzione della nazione, senza lasciare spazio all’innovazione, a meno che non si tratti di qualche innovazione proveniente dalle menti illuminate dei massimi burocrati.
Il fascismo è considerato, da molti, come la terza via, qualcosa che rifiuta sia il capitalismo che il socialismo, ma che allo stesso tempo abbraccia queste due opposte filosofie economiche. Ma il fascismo è una terza via? C’è una terza via? Citerò Ludwig von Mises che fece una brillante analisi sull’idea di una terza via:
L’idea che esista un terzo sistema – tra socialismo e capitalismo, come dicono i suoi sostenitori – un sistema tanto lontano dal socialismo come lo è dal capitalismo, ma che conserva i vantaggi ed evita gli svantaggi di ciascuno – è pura sciocchezza. Le persone che credono che esista un tale sistema mitico possono diventare davvero poetiche quando lodano le glorie dell’interventismo Si può solo dire che si sbagliano. L’interferenza del governo che elogiano, crea condizioni che a loro stessi non piacciono.
Molte persone sostengono i valori del fascismo senza nemmeno sapere cosa sia il fascismo: uno Stato interventista pesante. Difendere la stessa dottrina del fascismo è ciò che rende veramente fasciste le persone. Ma, una volta attuato il fascismo, c’è molto malcontento per questo tipo di società, che è solo una variante del socialismo e che porta il totalitarismo e la povertà del socialismo, la povertà causata dalla distruzione dell’economia attraverso l’impossibilità di calcolo economico in un sistema senza prezzi. Come accennato in precedenza: in questo sistema, i prezzi e i salari non erano più prezzi e salari, non sono altro che termini quantitativi in una specie di sistema socialista, in cui l’economia è pianificata centralmente.
Il populismo è esclusivo del fascismo?
Cosa c’è di più populista del socialismo e dei politici socialisti? Tutti loro promettono un Stato assoluto che sarà in grado di risolvere tutti i problemi dell’umanità. Promettono case, istruzione, salari più alti, assistenza sanitaria gratuita ecc. Promesse vuote che non possono essere mantenute a causa delle impossibilità economiche di un’economia e di una società centralizzata. L’economista francese, Frédéric Bastiat, una volta disse:
Lo stato è la grande finzione in cui ognuno cerca di vivere a spese di tutti gli altri.
Il populismo non è esclusivo del fascismo. I socialisti hanno sempre difeso quasi tutte le stesse politiche fasciste. I loro programmi, infatti, sono molto simili. Uno stato forte che sarà presente in ogni aspetto della vita degli individui, controllando la morale e anche controllando l’economia, la produzione di beni, una sorta di Dio onnipotente che cammina sulla Terra.
Per molti aspetti i fascisti hanno copiato i socialisti. Quando osserviamo che lo stato ha il controllo assoluto sulle imprese private nel sistema fascista, in che cosa è diverso dall’espropriazione dei mezzi di produzione che è una delle principali politiche proposte dai socialisti? Nel fascismo, come nel socialismo, c’è una proprietà collettiva delle imprese (rappresentate dallo stato) e tutto è controllato dallo stato.
Non ci sono così tante differenze tra le società fasciste, come il Terzo Reich di Hitler e l’Italia di Mussolini, e le società socialiste, come l’URSS. A parte la terminologia diversa e il fatto che i fascisti mantenessero le etichette del sistema della libertà economica, tutto il resto era molto simile.
Le persone comunemente parlano di alcune caratteristiche specifiche del fascismo che non sono esclusive del fascismo, come il culto della personalità. Tuttavia, quando guardiamo ai paesi socialisti, possiamo vedere che esiste lo stesso culto della personalità. Le statue di Lenin si possono trovare in molti paesi socialisti, come l’URSS, la Germania orientale, Cuba, il Venezuela, la Corea del Nord e molti altri paesi. Le statue di Lenin si possono trovare in molti paesi socialisti, come l’URSS, la Germania orientale, Cuba, il Venezuela, la Corea del Nord e molti altri paesi. A Cuba, Che Guevara è anche un’icona, con statue in tutto il paese e anche l’iconico murale all’Avana. In Cina ci sono diverse statue di Mao In Corea del Nord ci sono le statue di Kim Il-Sung e c’è un chiaro culto della personalità di Kim Jong-un. Su scala minore, ci sono molti altri politici socialisti contemporanei che sono anche venerati dai loro seguaci in tutto il mondo. Quindi, il culto della personalità non è esclusivo della dottrina fascista.
Il razzismo nel fascismo
Il razzismo è un altro argomento che spesso la gente pensa sia esclusivo del fascismo. Ma il razzismo è qualcosa che non è intrinseco alla dottrina fascista idealizzata da Gentile e Mussolini. Anche se la Germania nazionalsocialista aveva il razzismo come uno dei suoi pilastri, la dottrina fascista sviluppata da Mussolini e Gentile non difendeva il razzismo.
Ma è importante osservare che l’Italia di Mussolini collaborò con la Germania nazionalsocialista e, proprio come Mussolini fu un’influenza per Hitler, l’Italia di Mussolini finì per essere influenzata dal razzismo del nazionalsocialismo tedesco, approvando leggi razziali che discriminavano gli ebrei. È anche importante inserire questo in un contesto cronologico per essere chiaro: la dottrina fascista precede quella nazionalsocialista tedesca. Mussolini influenzò Hitler prima che Hitler salisse al potere in Germania.
Sulla questione del razzismo, se guardiamo a molte nazioni marxiste-socialiste in Africa o in Medio Oriente, possiamo vedere che anche loro lo propugnano. C’è un forte antisemitismo nei paesi arabi musulmani, di origine statale, e in Africa ci sono stati genocidi tra le tribù indigene nei paesi socialisti di estrema sinistra. Diversi paesi del Medio Oriente e dell’Africa hanno tipologie di governo di estrema sinistra, in cui le loro economie e le loro società sono pesantemente controllate da uno stato onnipotente.
Marx, il padre della forma più popolare di socialismo e comunismo, era un razzista, anche lui antisemita. Per quanto riguarda Marx, è fondamentale leggere il suo lavoro intitolato “Sulla questione ebraica”, per capire di più sulle sue posizioni antisemite. Indagando su altri scritti di Marx come “La minaccia russa per l’Europa”, la sua corrispondenza con Engels nel 1862 e molti altri suoi scritti, possiamo vedere che Marx aveva opinioni estremamente razziste.
Che Guevara, l’eroe della sinistra, era anche razzista e omofobo. Non lo ha mai nascosto e ha scritto del suo razzismo sul suo diario, che può essere trovato pubblicato con il nome “Latinoamericana, Un diario per un viaggio in motocicletta”
Pane al pane, vino al vino
È importante chiamare le cose con i nomi giusti. Il fascismo, sfortunatamente, è una dottrina che non è compresa dalla maggior parte delle persone, malgrado le persone accusino costantemente i loro oppositori politici di esserlo. Il fascismo è una dottrina, con una filosofia strutturata e un progetto economico molto chiaro.
Sfortunatamente, la maggior parte delle persone rimane ignorante su cosa sia veramente il fascismo e per assurdo, molte persone che si dichiarano antifasciste, difendono la maggior parte delle politiche della dottrina fascista.
Alla fine, nel socialismo, proprio come nel fascismo, abbiamo questa situazione: tutto dentro lo stato, niente fuori dallo stato, niente contro lo stato. Non ci sono così tante differenze tra lo stato totalitario nazionale del fascismo e lo stato unico internazionale difeso dai socialisti.
I fascisti sono intorno a noi, ma non sono spesso le persone accusate di essere fasciste dalla folla di estrema sinistra. I fascisti sono quelli che perpetrano i veri valori fascisti e, spesso, finiscono per essere le stesse persone che accusano gli altri di essere fascisti.
Per ulteriori letture e riferimenti:
La dottrina del Fascismo – Giovanni Gentile/Benito Mussolini
Lo Stato Corporativo: Con in appendice la Carta del Lavoro, il testo delle leggi sulle organizzazioni sindacali e societarie e note esplicative – Benito Mussolini
Lo Stato – Frédéric Bastiat
Economic Policy: Thoughts for Today and Tomorrow – Ludwig von Mises
Calcolo economico nel Commonwealth socialista – Ludwig von Mises