Negativa e Positiva: Due concetti di libertà

by | Nov 14, 2021 | Italiano

Se vi è piaciuto il titolo, devo essere onesto con voi: non è opera mia. È il titolo del saggio scritto da Isaiah Berlin, il primo a teorizzare due tipi di libertà.Secondo quanto scriveva Berlin, potremmo trovarci di fronte a due diverse varietà di libertà: negativa e positiva.

Costringere un uomo è privarlo della libertà – libertà di cosa? […] Propongo di esaminare non più di due di questi sensi – sebbene centrali, con molta storia umana alle spalle e, oserei dire, ancora da venire. Il primo di questi sensi politici di libertà che (seguendo molti precedenti) chiamerò il senso “negativo”, è coinvolto nella risposta alla domanda “Qual è l’area all’interno del quale il soggetto – una persona o un gruppo di persone – è o dovrebbe essere lasciato fare o essere ciò che è in grado di fare o essere, senza interferenze di altre persone?”. Il secondo, che chiamerò il senso “positivo”, è coinvolto nella risposta alla domanda “Qual è, o chi, è la fonte di controllo o di interferenza che può determinare qualcuno a fare, o essere, questo piuttosto che quello? 

 

Innanzitutto bisogna dire che la questione della libertà nasce quando un singolo deve fare i conti con gli altri. Su un’isola deserta non ci sono problemi legati alla libertà. Nelle società complesse, questo argomento diventa uno dei più importanti.

Una prima e più agevole definizione di esse si potrebbe riassumere così: libertà negativa è “libertà da”; la libertà positiva è “libertà di”. La prima è la possibilità di fare tutto ciò che si vuole, senza alcun tipo di impedimento esterno, ossia vivere in una zona di non interferenza. La seconda è relativa alla capacità personale di fare qualcosa, la reale capacità di raggiungere l’obiettivo, ovvero la padronanza di sé.

Io posso uscire di casa e correre per 50 km, e probabilmente nessuno potrebbe fermarmi (almeno prima delle restrizioni dell’epidemia), questa è libertà negativa. La mia capacità di correre una distanza così lunga è la libertà positiva.

Mentre secondo l’approccio positivo la libertà dipende dalla singola persona, e lì va ricercata, secondo quello negativo, la libertà non può dipendere esclusivamente dalle persone ma dal contesto sociale e relazionale in cui ognuno vive.

Per essere ancora più chiari, la libertà negativa è l’assenza di limiti esterni, mentre la libertà positiva è l’assenza di limiti interni.

Sperando che la differenza di partenza possa essere abbastanza chiara, dovremmo analizzare ancor meglio quali maggiori diversità emergono nel lavoro di Berlin.

La libertà negativa trova la sua base sui diritti naturali, ossia in ogni tipo di libertà individuale come vita, movimento, proprietà. La libertà positiva invece si fonda propriamente sui diritti, sulle tutele che la legge ci garantisce.

Per queste ragioni, la libertà negativa potrebbe essere attribuita alla libertà individuale, invece la libertà positiva alla libertà collettiva.

Questo modo di vedere le due diverse proposte ha portato a considerare la libertà negativa come parte del pensiero liberale, soprattutto perché qualora qualcuno fosse a favore della libertà individuale ciò dovrebbe conseguentemnente porre forti limitazioni all’attività dello Stato.

Al contrario, la libertà positiva è stata vista come un sistema in cui le società moderne potrebbero lavorare organicamente per ridurre la mancanza di libertà.

 

Quali sono i problemi di queste due prospettive?

Sulla libertà negativa possiamo trarre vantaggio da quanto scrisse Philip Pettit nel suo Republicanism.  Secondo lui non potremmo considerare la libertà come non-interferenza, in quanto ogni persona è costretta a vivere in società complesse, confrontandosi con gli altri, e sarebbe impossibile creare questo tipo di libertà.

Il rischio è immaginare un mondo utopico, in cui sviluppare una sorta di libertà del tutto irreale nello scenario moderno.

Ma anche la libertà positiva ha delle problematiche. La prima riguarda il paradosso della libertà positiva: se la consideriamo come un prodotto della società e la mettiamo in relazione con la libertà collettiva, comporta un pericolo di autoritarismo. Se si permette allo Stato di concedere e di governare la nostra libertà, sebbene in modo non arbitrario (ciò che propongono i sostenitori della libertà positiva), probabilmente arriveremo ad un’altra situazione irreale: gli Stati e le leggi sono fatte da persone che, naturalmente, non sono infallibili, e soprattutto incapaci di agire senza scelte arbitrarie. Questo ci porta a considerare il destino di una minoranza permanentemente oppressa.

Come ha detto Berlin, se iniziamo a vedere un individuo come una società organica, allora ogni interesse individuale dovrebbe essere piegato al fine di soddisfare quelli della comunità:

Sono in grado di ignorare i reali desideri degli uomini o delle società, di prevaricare, opprimere, torturare in nome e per conto del loro ‘reale’ sé, nella sicura consapevolezza che qualunque sia il vero obiettivo dell’uomo, deve coincidere con la sua libertà.

In conclusione, considerando il rovescio della medaglia della libertà negativa (ossia quanto è stato scritto prima), questo modello è comunque l’unico che considera la libertà per quello che è, soprattutto nella sua dimensione più profonda e reale: quella individuale.